Festa di San Trifone | Festa Patronale ad Adelfa

Siamo abituati ormai a conoscere la nostra cara e amata Puglia come un luogo di feste e di tradizioni millenarie che si ricollegano ai santi e ai momenti di tradizione che festeggiamo durante l’anno normalmente.

Il primo racconto agiografico di Trifone risale all’VIII secolo, quando viene raffigurato come un giovane pastore di oche in grado di compiere esorcismi e guarigioni. Essendosi dedicato fin dall’inizio a letture e preghiere sacre, Trifone fu catturato, torturato e decapitato per essersi rifiutato di onorare le divinità pagane in conformità a un editto imperiale. Il 2 febbraio 250 fu martirizzato a Nicea (in Asia Minore) all’età di diciotto anni.

Secondo il racconto di Trifone dell’VIII secolo, si trattava di un guardiano di oche che aveva la capacità di guarire ed esorcizzare. Nella storia, Trifone appare come un bambino, un pastore d’oche che praticava esorcismi e guarigioni. Trifone nacque a Lampsaco, in Frigia, intorno al 232 d.C., che allora faceva parte della provincia romana di Apamea (l’attuale Turchia). La dominazione di Roma sull’Asia Minore, nel 116 d.C., portò al dominio di gran parte dell’area del Paese. Il suo nome deriva da “Tripli”, che significa “persona di animo nobile”. Il padre di Trifone morì quando era molto giovane, così la madre, Eukaria, lo allevò in un ambiente cristiano. Fin da piccolo è stato educato all’agricoltura, ma da giovane è diventato un guerriero. A causa della gamma di immagini di Trifone come agricoltore e guerriero, di ciò che era da ragazzo e da giovane, viene raffigurato con entrambe le occupazioni, come agricoltore e guerriero.

Nell’anno 249, l’imperatore romano Decio emanò in dicembre un decreto che ordinava la persecuzione fino al gennaio 252 (la settima persecuzione, iniziata con Nerone, la prima a coprire tutto l’impero romano), in cui morì come martire il giovane cristiano Trifone. I cristiani furono costretti ad accendere alcuni grani di incenso davanti alla statua del grande imperatore per espiare la loro fede, che era loro estranea e proibiva l’idolatria. Tutti i loro beni venivano portati via, venivano imprigionati, costretti a lavori forzati, torturati e persino uccisi, il tutto secondo un regolare processo, se si rifiutavano.

All’inizio del IV secolo, il giovane Trifone fu rapito dal suo villaggio vicino a Nicea per essere processato davanti al prefetto dell’Asia Minore. Secondo il Martyrium S. Tryphonis Graecum (X-XI secolo), che riporta gli atti del processo, Trifone si dichiarò cristiano quando il prefetto Aquilino gli chiese: “Che cosa sei?”. Sebbene sia stato torturato per tre giorni per costringerlo a offrire sacrifici agli dei e all’imperatore romano, dopo tre giorni fu decapitato. Il suo cadavere fu poi portato a Kampsade, Costantinopoli e Cattaro. Da Costantinopoli il culto delle reliquie di San Trifone si diffuse in tutto l’Oriente.

La Bassa musica di Montrone

Il tradizionale concertino di Montrone Bassa Musica rappresenta ancora oggi un’affascinante peculiarità, che mantiene la sua lunga tradizione e il suo folklore. A Vito Nicola Angiuli si attribuisce l’invenzione di questo stravagante concertino negli anni Novanta del XIX secolo. Egli lo fondò, ma l’identità del suo fondatore si è persa nel tempo a causa del suo stile di vita modesto. Vito Nicola Angiuli fu attratto dalla musica fin dalla più tenera età. Si costruì da solo uno zufoletto utilizzando le canne del suo sedere. Dopo aver strimpellato alcune volte, fu in grado di creare melodie dolci e melodiose su dispositivi tematici popolari.

Vito Nicola fu ispirato a costruire altri flauti dopo aver ascoltato le meravigliose melodie dei suoi compagni. Vedeva il suo nuovo hobby come un modo per fare nuove amicizie, e a sua volta ne faceva di nuove suonando per loro. I primi risparmi permisero ad Angiuli di acquistare un piccolo strumento di qualità superiore: un vero flauto, anziché un’imitazione. Si dedicò quindi a imparare a suonare da autodidatta e, in breve tempo, fu in grado di deliziare il pubblico con note di profondo sentimento e soave tenerezza. Gli amici con aspirazioni imitative non lo lasciarono solo, così, dopo prove di successo, si formò un primo piccolo ensemble musicale all’ombra del castello del Marchese di Montrone, nel centro della città vecchia. Dopo poco tempo, il numero dei membri della Bandicella diminuì e variò di conseguenza.

Nonostante la guida esperta di Vito Nicola, i temi principali dell’ensemble sono stati suonati dallo stesso Vito Nicola, che ha suonato la sua “freshtta” con enorme entusiasmo. Oltre ad essere conosciuto come “scetl bann” (banditore) per la sua voce sonora e i suoi colpetti “alla gran casc” (sul tamburo maggiore), c’era Michele Cristiantelli (cud di Brisch), che è rimasto più popolare per la sua voce stentorea e i suoi scoppi. Al tamburo minore c’era Nicola Moretti, soprannominato Colin du tammurr per la sua impareggiabile abilità. Moretti entrò a far parte del Complesso Musicale di Canneto di Vito Nicola Angiuli dopo aver ricevuto una discreta istruzione e suonò le fisarmoniche nelle feste patronali di Canneto in tutta la regione. Ogni mattina alle tre, quando la campana del Ciucc ci sveglia dal sonno, ci ricorda i ventisette anni di successo della direzione e dell’entusiasmo musicale di Vito Nicola Angiuli. Lo stesso colore e lo stesso stile dei mantelli indossati da tutti gli abitanti della Bassa Musica sono molto caratteristici.

Per garantire il futuro della sua azienda, Vito Nicola affidò la sua attività ad Angelo Bruno “Ianglicch” prima della sua morte nel 1932. In collaborazione con i figli e il genero, Angelo Bruno diede ai suoi successori una garanzia per il futuro. Trasferitosi in Venezuela, Angelo Bruno Di Nanna ha affidato la Bassa Musica ad Antonio “Iucc” Cantacessi, che oggi ne è il maestro bandistico. L’attuale ensemble, sotto la sua direzione, riceve sempre più consensi. Con l’aumento del numero dei componenti di qualità superiore, il concerto ha cambiato anche nome, diventando quello attuale di “Bassa Musica – Fama – di Adelfia”.

La festa di San Trifone ad Adelfia

Una festa di fraternità in onore di San TRIFONE si tiene ogni anno dal 1° all’11 novembre ad Adelfia-Montrone (Ba). Gli abitanti di Adelfia chiamano il 7 novembre “San Trefon ‘iinde a ua’ ‘nnicchie” (“San TRIFONE nella nicchia”) per ricordare la collocazione del loro patrono nella nicchia della chiesa di San Nicola (dove sono conservate la statua e la reliquia).

Nei giorni 9, 11 e 9 novembre, migliaia di pellegrini provenienti da ogni parte d’Italia e del mondo partecipano alla funzione religiosa e laica della Festa Patronale. La sera del 9 novembre inizia la Festa con il lancio di una mongolfiera all’arrivo del quadro (foto sotto). In serata si tengono vari programmi di concerti di importanti gruppi musicali.

La chiesa di San Nicola è il punto di riferimento per gli eventi della giornata, i fedeli accorrono in chiesa di buon mattino per assistere alla prima messa, che inizia alle 4:30. Verso le 10:00 iniziano i primi concerti della banda. Verso le 11.30 San Trifone viene portato fuori dalla chiesa, preceduto da una lotteria, ovvero una serie di donazioni da parte di cittadini e fedeli in generale che desiderano avere il privilegio di portare la statua. Contemporaneamente, una delle bande musicali che suoneranno in seguito segue la statua.

Le autorità civili sono scortate dalla Casa Comunale alla Chiesa Matrice da una processione che accompagna San Trifone attraverso la città e per tutto il giorno. Poco prima che la processione entri nel centro storico, vicino all’arco dell’orologio, il sindaco consegna al Santo le chiavi della città. Al ritorno, il sindaco accompagna il Santo. Vicino all’arco dell’orologio, il sindaco consegna le chiavi al Santo per accompagnare San Trifone attraverso la città e per tutto il giorno.

Nelle vicinanze, i bambini che parteciperanno alla processione (vestiti da San Trifone) e i loro genitori si riuniscono nella Piazza del Mercato; alcuni andranno a piedi, altri saranno montati a cavallo per l’evento. La lunga e suggestiva processione, accompagnata anche dai canti dei devoti di San Trifone, si snoda per le strade di Adelfia e Montrone. Nel primo pomeriggio, una gara pirotecnica della durata di circa tre ore è molto attesa dagli abitanti di Adelfia e dai pellegrini.

Cosa protegge San Trifone?

San Trifone è un’icona che dona la sua protezione dalle invasioni di cavallette, delle infestazioni di rettili e di altri parassiti nelle fattorie.

Questa tradizione potrebbe essersi diffusa anche nell’Italia meridionale, dove, tra il XVI e l’inizio del XX secolo, le invasioni di cavallette spingevano la gente a offrire assistenza a San Trifone. Vittore Carpaccio illustra San Trifone che doma un basilisco nel 1507. Il 14 febbraio è il giorno di celebrazione dei produttori di vino in Bulgaria, Macedonia e altri Paesi balcanici di storia cristiano-ortodossa, dove San Trifone è venerato come patron. Alessano, Cerignola e Pulsano, Marzano di Nola, Onano, Cattaro, Adelfia e altre località lo onorano come compatrono.

La sacra reliquia di San Trifone, martire del I secolo, è custodita nella chiesa di S. Maria Assunta a Cesarano (Tramonti Sa). Un busto in bronzo del XVII secolo si trova su una cassetta contenente le ossa sacre, che comprendono il braccio del santo e parte del suo mignolo sinistro. Una banda di ottoni e fuochi d’artificio accompagnano la fiaccolata del 10 novembre per commemorarlo.

Quand è la festa di San Trifone?

Adelfia celebra la festa patronale di San Trifone dal 1° all’11 novembre di ogni anno. La domenica successiva, la posa del patrono viene celebrata nella Chiesa di San Nicola.