La Notte della Taranta

La prima edizione dell’evento risale al 1998. La Fondazione “La Notte della Taranta” è stata istituita nell’agosto 2008 per fornire direttive strategiche e gestionali, incoraggiare iniziative indipendenti e coordinare le azioni dei suoi membri per preservare e valorizzare il territorio salentino. Oltre a sostenere gli studi sul patrimonio etnografico attraverso l’organizzazione di eventi culturali, musicali, sociali e di comunicazione, la Fondazione sostiene e amplia la ricerca sul tarantismo, sulle grike e sulle tradizioni salentine, in particolare sulla musica popolare.

Il Centro Studi, in collaborazione con importanti università e istituti di ricerca italiani e internazionali, organizza e produce il Festival “La notte della Taranta“. L’obiettivo del progetto è quello di studiare e valorizzare la varietà e le culture locali del Salento.

Perché si chiama ballo della Taranta?

Il legame tra il ritmo e la tarantella nell’Italia meridionale è sempre stato quello della possessione rituale o dell’esorcismo basato sulla guarigione dalla possessione demoniaca. Il demone, il tarantato, viene scacciato dal corpo della vittima durante l’esorcismo.

L’esorcizzazione dei demoni dal corpo si realizza nella musica tarantella attraverso l’uso di una danza maledetta e proibita, che è stata costretta a difendersi per sopravvivere. Si dice che un ragno nero abbia morso le persone, costringendole a ballare.

Questa leggenda sarebbe stata creata dagli apostoli di una religione razionale e composta, austera e casta, durante l’epoca dell’oscurantismo medievale, quando le divinità pagane della magna grecia furono messe a tacere. Dioniso Bacco e Apollo, divinità del vino e della poesia, sono sostituiti da un misticismo medievale che sconfessa l’edonismo classico.

Dalle divinità danzanti delle feste pagane alle feste segrete delle divinità del perdono, dalle divinità danzanti delle feste pagane ai tarantati della basilica di Galatina, il cui patrono è San Paolo, che protegge i tarantati nei loro cortili chiusi o sul sagrato della chiesa, si passa alla festa del dio del perdono, che protegge chi si ferisce durante la taranta. È una storia di repressione, una repressione che inizia con l’egemonia e finisce con la cultura contadina, che è legata alle favole e ai riti della terra e delle stelle. La cultura egemone fatica ad accettare i resti di un’usanza che non riesce a sradicare del tutto, e al Concilio di Trento il ritmo viene bandito dalla musica come entità demoniaca.

La tarantella ha ancora un ruolo nella musica popolare dell’Italia rurale, tuttavia, poiché ricorre in ogni singolo villaggio del Paese, è ancora un elemento cruciale della tradizione musicale popolare. Tra la cultura musicale popolare, la tarantella ha ancora un ruolo di primo piano. Gli strumenti a percussione vengono suonati per ore e ore e le loro melodie sensuali sono ricreate con flauti a lira o voci.

Quando manca il tarantato, quegli strumenti e quelle note risuonano ancora e si diffondono nei villaggi e nelle regioni, stressando le voci e producendo ritmi faticosi. Per questo motivo, la tarantella viene sempre suonata nei cortili delle fattorie e nelle feste dei villaggi, anche se il tarantismo si abbassa e scompare. Di conseguenza, la tarantella cambia nel tempo, poiché viene tramandata oralmente di generazione in generazione, e si evolve in un ballo collettivo o di coppia nelle feste.

Dove ci sarà la festa della Taranta?

Il Concertone finale de La Notte della Taranta, che tradizionalmente si tiene nel Salento, e precisamente nella città di Melpignano, sulla spianata dell’ex Convento degli Agostiniani, è dedicato alla riscoperta e alla valorizzazione della musica tradizionale salentina e alla sua fusione con altri stili musicali, dalla world music al rock, dal jazz alla musica sinfonica. A Melpignano, la “Fondazione La Notte della Taranta” organizzerà e produrrà ancora una volta il concerto finale del Festival della Notte della Taranta, che negli anni passati ha richiamato oltre 150.000 spettatori.

Quando si fa la Notte della Taranta?

La Notte della Taranta 25a EDIZIONE / 27 Agosto 2022 Melpignano, normalmente trasmessa in seconda serata dalla rai, è forse più fruibile la sua visione sulla piattaforma raiplay.

Melpignano e la notte della Taranta

Melpignano, piccola ma significativa città storica vicino a Lecce, dista 26 chilometri. Melpignano fu abitata fin dall’Età del Bronzo, quando sono stati scoperti alcuni antichissimi menhir. Si ipotizzano origini greche o romane per la città. Esistono diverse scuole di pensiero. Alcuni storici ritengono che Enotrio Arcade abbia fondato Melpignano in seguito alla migrazione dei Greci dal Peloponneso; altri ritengono che un centurione romano di nome Melpinio l’abbia fondata dopo la conquista dei Messapi da parte dei Romani. La città, quindi, seguì usi, lingua e costumi greci. Essendo tramontata la dominazione romana e subentrata quella greca, la città seguì i costumi, l’idioma e il rito greci, rimane

La storia della prima notte della taranta

Nel 1998, Melpignano, minuscolo centro del Salento, è un possibile crocevia di culture e popoli. In questa data, riscopriremo i suoni della tradizione, facendo incontrare su un unico palco i musicisti delle piazze e dei palcoscenici della Grecìa Salentina.

L’idea del concerto a ragnatela prevede che diverse piazze ospitino contemporaneamente esibizioni musicali, per poi incontrarsi a Melpignano per il “Concerto di notte”, un raduno di musica popolare.

Lunedì 24 agosto, in Piazza San Giorgio a Melpignano, piccolo centro del Cilento, si terrà il primo concerto notturno di “taranta“. Sarà un mix di suoni salentini e musica popolare. Durante il concerto notturno della taranta si scatenerà la polemica tra “contaminatori” e “puristi”. Nonostante il “Concerto di Notte” di Melpignano sia il più importante festival di musica popolare d’Europa, Daniele Sepe dà il via agli “albori” della manifestazione. Maurizio Agamennone e Gianfranco Salvatore sono responsabili della direzione artistica. Uccio Bandello, noto cantante scomparso l’anno precedente, è l’ispiratore dello spettacolo. Sul palco si esibiranno quasi 30 musicisti.

Storicamente, la tradizione musicale salentina è stata rappresentata da grandi nomi sul palco di Melpignano. Canzoniere Grecanico, Avleddha, Arakne Mediterranea, Aia Noa, Asteria, Tamburellisti di Torrepaduli sono tutti esempi di come la musica sia stata usata per raccontare una terra, affascinando Piazza San Giorgio con il suono del tamburello.

Questa è la storia della prima edizione del festival della taranta, una notte che ormai da ben 25 anni raccoglie ascoltatori e visitatori da tutta Italia, anche i vari turisti di passaggio che visitano un evento più unico che raro.

Come si svolge la Notte della Taranta?

La musica pizzica de La Notte della Taranta è in continua evoluzione nell’ambito dei suoi festival e dei suoi spettacoli itineranti. È una ricerca continua di una nuova fonte di energia. L’energia di base della pizzica informa le cose e ci permette di vibrare con la natura in perfetto accordo, consentendoci di esorcizzare i mali del giorno attraverso la sua capacità di guarigione. Il ritmo del tamburello è fondamentale per scoprire il cuore di noi stessi, poiché trasmette la sostanza della musica. Un viaggio senza fine è quello che dobbiamo intraprendere per capire la musica.