Concattedrale della Natività della Beata Vergine Maria

La Chiesa della Natività della Beata Vergine Maria, Concattedrale di Ascoli Satriano nella diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano (regione ecclesiastica pugliese), è un antico luogo di culto di Foggia che svolge la stessa funzione fin dalla sua creazione nel XIII secolo. Il suo progetto originale è almeno altrettanto antico.

È difficile non notare l’imponente presenza della cattedrale tra i vicoli del centro storico. È la cattedrale dell’antica diocesi di Ascoli dal 1455, quando il vescovo Giacomo (1419-1458) trasferì la curia e il capitolo dalla cattedrale più antica, situata sul colle Frontino del quartiere medievale distrutto dai terremoti, a questo luogo.

La Natività della Beata Vergine Maria e San Leone sono i patroni della chiesa. La chiesa conserva l’antica facciata, elegante nella sua semplicità, delimitata da lesene dal segno sobrio e ravvivata da tre rosoni e cornici del XIII secolo. Le sue tre porte d’ingresso accennano alla pianta interna a tre navate. Sulla porta d’ingresso centrale sono raffigurate storie bibliche e immagini di santi protettori della città su pannelli di bronzo.

La basilica custodisce il magnifico Transito di San Giuseppe, un dipinto a olio di Corrado Giaquinto, l’affresco della Natività della Beata Vergine Maria di Vito Calò e la Madonna del Rosario di Paolo De Matteis, oltre a una serie di altre notevoli opere d’arte.

Sul lato sinistro dell’altare di San Giuseppe si trova un Ecce Homo del XVII secolo di un ignoto artista napoletano, ma il tesoro più grande della basilica è il busto reliquiario di San Potito Martire, che conserva una reliquia di inestimabile valore.

L’interno della Concattedrale di Ascoli Satriano

L’interno della cattedrale ha subito notevoli modifiche a seguito di ricostruzioni e restauri, e ora risplende di magnificenza barocca, con oro zecchino, riccioli di stucco e preziosi altari di marmo. La “Madonna del Rosario” di Paolo De Mattheis e il “Transito di San Giuseppe” di Corrado Giaquinto sono due opere d’arte degne di nota. Nella cattedrale sono conservate molte opere d’arte, tra cui il busto d’argento del XVII secolo di San Potito, il santo principale della città e primo martire pugliese. La cattedrale ospita anche il “tesoro” delle reliquie dei santi e il busto argenteo di San Potito.

La storia della Concattedrale di Ascoli Satriano

La Concattedrale della Natività di Maria Vergine e di San Leone di Ascoli Satriano è un capolavoro dell’architettura cristiana. L’antica Basilica di Ascoli Satriano, distrutta dai terremoti, fu costruita dai Frati Minori Conventuali nel XIII secolo e dedicata a San Francesco. È l’attuale cattedrale di Ascoli Satriano, situata in largo Cattedrale, le cui origini risalgono al XIX secolo. La sua facciata romanica tripartita presenta tre portali con baldacchino ogivale e due colonne antiche per lato. L’interno della basilica, a tre navate, è stato trasformato nel tardo Rinascimento.

L’attuale chiesa di Ascoli Satriano fu fondata alla fine del XIII secolo dai frati francescani conventuali, che la dedicarono a San Francesco. Nel settembre 1455, Callisto III, papa dell’epoca, concesse il nome del santo a una chiesa conventuale di Ascoli Satriano, che fu poi elevata a cattedrale diocesana.

Fu distrutta da un terremoto avvenuto nel 1455. La cattedrale fu ampliata e restaurata nel corso del XVII secolo e riconsacrata il 3 giugno 1709. Nel corso del XVIII secolo (tra le aggiunte la cappella di San Giuseppe e il battistero), la chiesa fu nuovamente abbellita e restaurata. Fu infine ricostruita dopo il terremoto del 1871, che la rase al suolo.

Sulla facciata si aprono tre portali, ciascuno con tre lesene, sopra i quali si trova un baldacchino di marmo e una lunetta ogivale. In occasione del Giubileo del 2000, sul portale centrale è stata aggiunta una nuova porta in bronzo che descrive scene della vita di Gesù e Maria.

Un campanile del 1950 si trova ai lati della concattedrale, l’interno della chiesa è a tre navate con absidi alla fine di ogni navata, transetto e volta a botte. Sette altari laterali in marmo intarsiato si trovano a destra e tre a sinistra, con il fonte battesimale in fondo alla navata. In questi altari sono esposte opere pittoriche e scultoree del XVIII secolo. La lapidazione di Stefano, la nascita di Maria, il vescovo Biagio e il vescovo Leone sono raffigurati sulla volta della navata.

Alcune sezioni danno accesso alla zona del presbiterio, dove si trovano un altare in marmo policromo del XVIII secolo e un coro ligneo dell’inizio del XIX secolo; le decorazioni della volta e dell’abside risalgono al XVIII secolo. Sulla volta è raffigurato il Coro degli Angeli, opera di un artista sconosciuto, e quattro dottori della chiesa, San Girolamo, Sant’Ambrogio, San Leone Magno e Sant’Agostino. La cappella a destra è la Cappella dell’Immacolata Concezione, mentre quella a sinistra è la Cappella del Sacro Cuore di Gesù. Altre cappelle si trovano nel transetto: a destra la Cappella di San Potito e a sinistra la Cappella di San Giuseppe.