Abbazia di Santa Maria di Pulsano

L’Abbazia di Santa Maria di Pulsano, situata nei pressi di Monte Sant’Angelo, è stata costruita sui resti di un tempio oracolare preistorico dedicato a Calcante. Questa struttura in pietra si trova su un enorme altopiano vicino a Monte Sant’Angelo ed è racchiusa da massicci muri perimetrali tra rocce grigie e strapiombi che precipitano per oltre 200 metri. Fu costruita nel 591 come grotta naturale trasformata in abside. All’interno è visibile un’unica navata con volta a botte, interrotta da grandi archi trasversali. La grotta è divisa in due sezioni, una delle quali conserva la tomba dell’abate Jordan e un altare. Alla tomba è annessa una piccola struttura in muratura con tetto spiovente.

L’Abbazia di Santa Maria di Pulsano è un complesso monastico situato sulla penisola garganica. I suoi eremi sono un santuario del FAI. L’8 settembre, i pellegrini si recano da Monte Sant’Angelo all’Abbazia della Madonna di Pulsano a dorso di mulo per celebrare la sua festa. È disponibile anche una foresteria per ospitare un piccolo numero di pellegrini per brevi ritiri.

I monaci di Sant’Ezzizio Abate furono seguiti da molti ordini monastici nel corso della storia. Poiché la storia del complesso è scarsamente documentata prima del 1129, fu San Giovanni da Matera della Congregazione Pulsanense ad avviare diversi lavori di restauro, vediamo ora insieme la storia e tutte le curiosità su questa bellissima abbazia.

La storia della Abbazia di Santa Maria di Pulsano

L’antico tempio pagano di Calcante fu sostituito dai monaci dell’ordine di Sant’Equizio nel 591 sui resti, gli eventi storici veri e propri si verificarono nel 1129, quando San Giovanni da Matera e la sua Congregazione Pulsanense la fecero rinascere dal suo stato di grave degrado, istituendo l’ordine monastico autonomo degli eremiti poveri pulsanesi.

Nel 1177, la chiesa abbaziale, che comprendeva le spoglie di San Giovanni da Matera, morto nel 1139, fu terminata e consacrata da Papa Alessandro III durante il suo pellegrinaggio sul Gargano. Nel XIV secolo, l’Ordine Pulsanense cessò di esistere e i sopravvissuti passarono all’Ordine Benedettino, rinunciando alla regola di San Giovanni Abate.

La vita austera di San Giovanni Abate ispirò gli Eremiti Pulsanesi, una famiglia monastica di eremiti indipendenti, noti anche come “Scalzi”, che, aderendo alla regola di San Benedetto e alla tradizione monastica orientale già presente in Puglia, fondarono questo monastero garganico e i suoi eremi. Circa 40 abbazie in Puglia, nell’Italia centrale e settentrionale e anche oltre l’Adriatico furono fondate da questa famiglia monastica.

Nel XV secolo, i Celestini difesero l’abbazia dalle pretese dei signori locali, ma l’abbazia fu amministrata da un cardinale commendatario a Roma. L’abate Ludovico Giordani del Gargano creò due altari laterali nella chiesa abbaziale di Pulsano, oggi distrutta, e i Celestini di Manfredonia. Il monastero fu distrutto dal violento terremoto del Gargano del 1646, che distrusse anche l’archivio e la biblioteca. Nel 1806 le leggi napoleoniche posero fine alla presenza dei monaci a Santa Maria di Pulsano, dove i Celestini governarono fino al 1806. I Celestini di Manfredonia continuarono a farlo fino alla promulgazione delle leggi napoleoniche nel 1806. La presenza degli ordini monastici fu definitivamente vietata e gli affittuari furono autorizzati a mantenere i pagamenti in enfiteusi.

Poiché l’Ordine dei Pulsanesi si estinse nel XIV e XV secolo, a custodire l’abbazia furono i monaci cistercensi, poi i domenicani e i francescani, e infine i monaci celestini, che furono sempre presenti su questa collina fino alla soppressione murattiana del 1809.

Nel 1842, il Demanio concesse l’enfiteusi del protomonastero pulsanese al sacerdote montanaro Nicola Bisceglia per “salvarlo dall’abbandono e dalla distruzione da parte di pastori e pecorai”, ad eccezione della chiesa soggetta all’ordinamento diocesano. Nel 1966, la preziosa e venerata icona della Madre di Dio di Pulsano, non ancora ritrovata, fu rubata dalla chiesa. Questa scuola bizantino-italiana, che fiorì in Puglia dal XII al XIII secolo, era conosciuta come scuola “tarda”.

Alcuni sacerdoti diocesani hanno gestito il complesso abbaziale fino al 1969, quando è stato abbandonato e i furti e gli atti di vandalismo hanno causato danni ingenti al patrimonio artistico del monastero. Persone non identificate hanno rubato e vandalizzato oggetti per tutto il XX secolo. Di conseguenza, il monastero è stato vandalizzato e derubato delle sue opere d’arte. I monaci dell’abbazia si sono dedicati per secoli alla pratica contemplativa e ascetica della vita cenobitica e soprattutto eremitica in questi affioramenti rocciosi e in queste valli, creando un vero e proprio deserto monastico, disseminato di ben 24 eremi, alcuni dei quali anche affrescati, collegati da reti di sentieri e strade scoscese, che versano in uno stato di parziale degrado. Tuttavia, grazie al lavoro dei volontari nel 1990, dei monaci nel 1997 e ancora nel 1997, il monastero è stato riportato a nuova vita.

Percorrere la Via Crucis fino alla chiesa di Santa Maria di Pulsano è un’esperienza che non si dimentica. Le croci che segnano il percorso contribuiscono notevolmente all’atmosfera di serenità religiosa, così come il silenzio religioso che regna in tutto il luogo. Il canto gregoriano si sente quando ci si avvicina alla chiesa, dove è visibile una delle prime celle dei frati. La Madre di Dio è onorata in un altare sotto una roccia che sporge dalla chiesa. I fregi decorativi sono belli e distinti.

La riapertura della Abbazia di Santa Maria di Pulsano

Le memorie storiche dell’Abbazia di Pulsano, antico monastero distrutto, sono mantenute vive dal Movimento “Cristiani Pro Pulsano”, un’associazione di volontariato. Nel 1997 la chiesa abbaziale è stata riaperta al culto pubblico e vi è stata istituita la comunità monastica di Pulsano, un’istituzione diocesana biritale (che offre servizi sia in latino che in bizantino). Oggi la comunità è sostenuta e assistita da molti cittadini, oltre a mantenere una congregazione attiva che risponde alle esigenze spirituali della società contemporanea.

Visitare l’Abbazzia di Santa Maria di pulsano

Cercate di evitare di visitare l’Abbazia in estate, se volete evitare le ore più calde, gli eremi sono aperti al pubblico tra maggio e settembre; – Preparatevi alla visita indossando pantaloni lunghi e scarpe comode (o da trekking)

Per raggiungere l’Abbazia, passate attraverso un cancello chiuso a chiave. Per aprirlo, utilizzare la chiave a sinistra. La barriera ha lo scopo di tenere lontano il bestiame podolico che si aggira nella zona;